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È con grande entusiasmo che vi annunciamo il lancio del nuovissimo ParksPlanet Podcast! Un’iniziativa pensata per tutti gli appassionati di parchi a tema, che desiderano immergersi ancora più profondamente nell’affascinante mondo delle attrazioni, delle storie e delle emozioni che animano questi luoghi magici.

parksplanet podcast

La copertina del ParksPlanet Podcast, disponibile su Spotify

 

La Prima Puntata: Fata Morgana, un Sogno Orientale

Per inaugurare questa nuova avventura sonora, abbiamo scelto un’attrazione iconica che ha segnato la storia di Efteling: Fata Morgana. In questa prima puntata, della durata di oltre 27 minuti, vi porteremo in un viaggio straordinario alla scoperta di una delle dark ride più suggestive d’Europa. Ascolteremo insieme la favola raccontata in Fata Morgana, un’ode alle Mille e una Notte che ci trasporterà in un Medio Oriente incantato, fatto di palazzi scintillanti, giardini lussureggianti e misteriose creature.

Ma non finisce qui! Dedicheremo ampio spazio anche alla storia tecnica di questa straordinaria attrazione. Scopriremo come è nata l’idea di Fata Morgana, quali sono state le sfide affrontate durante la sua realizzazione e come è stato possibile creare un’esperienza così immersiva e coinvolgente. Attraverso informazioni reperite con interviste a esperti del Parco e approfondimenti storici, sveleremo tutti i segreti nascosti dietro questa opera d’arte.

Perché Ascoltare il ParksPlanet Podcast?

ParksPlanet Podcast è concepito come un vero e proprio documentario. È un invito a viaggiare con la mente e a scoprire nuove storie nascoste nelle nostre attrazioni preferite.
Ascoltando le nostre puntate potrete approfondire la vostra conoscenza scoprendo aneddoti, curiosità e dettagli tecnici che vi permetteranno di apprezzare ancora di più le attrazioni che amate. Inoltre, viaggeremo insieme in svariati parchi del mondo, alla scoperta di attrazioni uniche e affascinanti.

Dove Trovare il Podcast?

ParksPlanet Podcast è disponibile su gratuitamente su Spotify: potete ascoltarlo quando e dove volete tramite applicazione mobile e desktop per qualsiasi tipologia di dispositivo.

Vi invitiamo a iscrivervi al nostro canale per non perdere nessuna puntata e a condividere le vostre impressioni!

Per la prima stagione abbiamo in programma tante altre puntate dedicate ad attrazioni iconiche, parchi a tema di tutto il mondo e temi di grande interesse per tutti voi appassionati. Non vediamo l’ora di condividerle con voi!

Unitevi a noi in questo viaggio e lasciatevi incantare dalle storie che abbiamo da raccontarvi.

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Quasi due anni sono passati dalla nascita di ParksPlanet e della sua community.

Il nostro primo anno è stato meraviglioso e ricco di sfide: tante decisioni da prendere, la creazione del blog e la nascita del forum e della sezione dedicata ai Supporters sono stati tutti passi essenziali per l’avvio del progetto ParksPlanet. Siamo estremamente felici di quanto abbiamo realizzato finora, ma a noi riposarci proprio non piace e quello a cui puntiamo non è “solo” una nuova community online, ma a dare in prima persona il nostro contributo all’industria dei parchi. Dunque a cosa avremo lavorato per tutto questo secondo anno, vi chiederete?

Beh, abbiamo in serbo per voi due grosse novità, progetti che stiamo sviluppando da tempo (anni!) e che saranno solo i primi di una lunga serie di idee che speriamo di veder realizzate in un prossimo futuro. Apriamo dunque oggi ufficialmente una porta su questo nostro – e vostro – futuro presentando il primo di questi progetti: la ParksPlanet Academy!

 

ParksPlanet Academy

Il logo della nuova ParksPlanet Academy, al via dal 2024

 

Sapete bene come tutto il nostro staff sia cresciuto a pane e parchi, e come sia stato o sia attualmente impegnato a lavorare per alcuni dei principali parchi italiani ed europei. Abbiamo parlato spesso dei bei ricordi che abbiamo della nostra infanzia e adolescenza vissute nei parchi a tema, e di come questa passione ci abbia portato ad essere dove siamo. Ma cosa avrebbe potuto funzionare meglio, cosa avrebbe potuto aiutarci? Insomma: che cosa ci è mancato per facilitare e supportare il nostro percorso?

Con queste domande bene in mente abbiamo dunque iniziato a concepire un luogo di incontro dove gli appassionati, attraverso incontri a tu per tu con diversi e prestigiosi relatori/insegnanti, avessero la possibilità di ricevere un’educazione specifica, approfondita e tecnica relativamente ai più diversi aspetti dell’industria dell’amusement,
e abbiamo cominciato a preparare diverse ore di contenuti che non vediamo l’ora di condividere con voi già a partire dal prossimo anno (in presenza!).

Oltre ai membri del nostro staff, che si occuperanno di trattare direttamente i più disparati argomenti (no spoiler!), abbiamo il piacere e l’onore di annunciare i primi professionisti che, attraverso il loro expertise e le loro importanti storie e aziende, parteciperanno al progetto di ParksPlanet Academy regalandoci aneddoti, know-how e insights sui loro modelli di business e sul vasto e complesso mondo del settore dell’amusement.

 

I COACH DELLA PARKSPLANET ACADEMY

 

Luke Artworks

  •  Luca Bezzi, aka Luke ArtWorks, è un concept designer e grafico illustratore con alle spalle diversi anni di esperienza. Luca è stato responsabile, tra gli altri suoi mille progetti, del look della mitica città Maya di Sian Ka’an che ospita Katun a Mirabilandia.

  • Alessandro Messina e Giovanna Testa, CEO e fondatori di Moviemex3D, sono attivi da anni e leader in Italia per quanto riguarda la tecnologia della realtà virtuale e delle attrazioni 3D e 4D. Abituati a seguire tutte le fasi dello sviluppo creativo tanto delle attrazioni progettate dalla loro azienda quanto a quelle legati ai film e contenuti media da loro realizzati, si sono distinti negli ultimi anni con esperienze installate tanto nei parchi a tema di tutto il mondo quanto con simulatori ed esperienze cinematografiche immersive itineranti.

Toscani Automazione

  • Stefano Toscani, ingegnere fondatore della Toscani Automazione, ha lavorato negli anni con la sua azienda agli effetti speciali di numerosissime attrazioni di Movieland – The Hollywood Park, tra cui Disaster Tour, la novità 2024 del parco. Se volete saperne di più e avere un piccolo assaggio di quello che vi aspetta, trovate QUI la nostra intervista all’ingegnere.

 

Ci teniamo a sottolineare che i nomi già citati non rappresentano la lista complessiva di tutti i coinvolti, ma solo alcuni: per scoprire di più non resta che continuare a seguirci e supportarci come già fate da (quasi) due anni.

COME PARTECIPARE

La partecipazione agli eventi della ParksPlanet Academy è completamente gratuita e riservata ai membri iscritti ai piani “Academy Supporter” e “ParksPlanet Enthusiast” del ParksPlanet Club 2024 (iscrizioni aperte da dicembre 2023).
Se sei uno studente e vuoi partecipare o vuoi presentarci ai tuoi professori per far partecipare la tua classe, scrivici una mail all’indirizzo: academy@parksplanet.it

Maggiori info su date e programmi saranno diffuse nei primi mesi del 2024.

 

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L’automazione industriale è un campo di vitale importanza per i parchi divertimento, che si affidano a tecnologie avanzate per offrire ai propri visitatori esperienze sempre più emozionanti e al tempo stesse sicure. Consente, ad esempio, di automatizzare i processi di controllo e monitoraggio degli impianti, ridurre i tempi di fermo per manutenzione e appunto migliorare la sicurezza delle attrazioni.

Analizziamo insieme questo affascinante mondo a cui quotidianamente, senza nemmeno accorgerci, affidiamo la nostra vita in cambio di attimi di divertimento e spensieratezza.

Bluefire Europa Park

La storia dell’automazione

L’automazione industriale è un ramo ingegneristico che ha origini antiche, che risalgono al periodo in cui gli uomini cominciarono a utilizzare le prime macchine semplici per snellire il lavoro manuale. Nel corso dei secoli si è evoluta progressivamente grazie all’introduzione di nuove tecnologie e alla continua scoperta di nuovi materiali.

Tuttavia, il vero sviluppo dell’automazione iniziò nel XIX secolo, con l’avvento della Rivoluzione Industriale. L’industria tessile fu una delle prime ad adottare i sistemi di automazione utilizzando le macchine a vapore per movimentare i primi telai meccanici: il loro inventore, il meccanico inglese Edmund Cartwright, passò alla storia come uno dei pionieri dell’automazione industriale.

Nel corso del XX secolo l’automazione continuò a evolversi con l’introduzione dei sistemi a controllo numerico e dei prototipi di robot industriali fino a raggiungere gli anni ’50, in cui furono sviluppati i primi controllori logici, che consentivano di programmare l’automazione dei processi produttivi. Successivamente, negli anni ’70, vennero introdotti i primi sistemi di supervisione e controllo elettronico, che permettevano di monitorare le operazioni produttive in tempo reale e di intervenire in caso di guasti o malfunzionamenti.

Negli ultimi decenni, l’automazione industriale ha raggiunto un livello di evoluzione molto avanzato grazie all’introduzione di tecnologie come l’Internet of Things (IoT), l’intelligenza artificiale e la robotica collaborativa. Oggi l’automazione industriale è un settore in costante crescita, che continua a evolversi per soddisfare le esigenze di un mercato sempre più competitivo ed esigente.

Come funziona e da cos’è composta

Sebbene il settore dell’automazione sia assai variegato, in quanto si adatta a qualsiasi esigenza del cliente finale e quasi ogni macchinario è costruito ad-hoc per il suo specifico utilizzo, le basi su cui si fonda sono necessariamente sempre le stesse: un gruppo di sensori (per rilevare/leggere valori), un gruppo di attuatori (per fare azioni/manipolazioni) e un controllore (PLC/DCS, che supervisiona). Nei sistemi più complessi sono presenti anche i pannelli operatore e altre interfacce per permettere interazioni tra uomo e macchina.

Automation pyramid

La piramide dell’automazione. Ogni livello corrisponde a determinati dispositivi e fasi.
Immagine di realpars.com

 

Gli impieghi dell’automazione nei parchi divertimento

All’interno dei nostri amati parchi, l’automazione svolge i ruoli più disparati quanto fondamentali: dalla gestione dei sistemi di sicurezza delle attrazioni a quelli di illuminazione, suoni ed effetti speciali, oltre al controllo delle biglietterie e delle code.

Questi sistemi sempre più evoluti e autonomi consentono di monitorare costantemente qualsiasi impianto e intervenire tempestivamente in caso di guasto o malfunzionamento, garantendo in ogni momento la sicurezza di cast members e guests. Al giorno d’oggi non esiste attrazione o show all’interno di un parco che non sia dotata di sensori, attuatori o controllori, pertanto procediamo con l’analisi di tali dispositivi.

Tipologie di segnale

Una veloce premessa, prima di addentrarci nei dettagli dell’automazione, riguarda la distinzione dei segnali. In elettronica, infatti, ne troviamo di due tipi: analogici e digitali.

Quelli analogici, com’è facile intuire dalla parola, sono segnali che variano in modo continuo nel tempo e nell’ampiezza in base a misurazioni fisiche, come ad esempio un segnale audio o un segnale di tensione, caratterizzato da onde sinusoidali. Ciò significa che il valore del segnale può assumere qualsiasi valore all’interno di un intervallo specifico. Un segnale analogico può essere rappresentato da una curva continua che mostra come il valore del segnale varia nel tempo.

I segnali digitali, invece, sono segnali temporali discreti e non continui. Il segnale digitale trasporta informazioni o dati in forma binaria, cioè un segnale digitale rappresenta le informazioni sotto forma di bit. L’intervallo di bit (bit rate) descrive il tempo necessario per inviare un singolo bit, ovvero descrive ne la frequenza. È rappresentato da un’onda quadra con ampiezza che varia tra zero e uno.

Rappresentazioni di segnali digitale e analogico

 

I dispositivi di acquisizione dati: i sensori

Dal punto di vista elettronico, un sensore è un modulo costituito da un insieme di dispositivi elettronici sensibili a un determinato fenomeno fisico, che convertono l’informazione ricevuta in un segnale elettrico misurabile. L’obiettivo principale di un sensore è quello di rilevare la presenza o l’assenza di una grandezza fisica, come ad esempio la temperatura, la pressione, la luce, il suono, e convertirla in un segnale elettrico che possa essere elaborato da altri circuiti elettronici, come un microcontrollore, PLC o altri.

In automazione i sensori possono essere ridondanti per garantire la massima sicurezza e affidabilità del sistema: ciò significa che sono presenti due o più sensori che svolgono la stessa funzione in modo indipendente in un punto preciso. Se uno dei sensori si guasta o fallisce per qualsiasi motivo, gli altri sensori possono continuare a rilevare e monitorare la situazione, evitando il rischio di guasti o malfunzionamenti del sistema. Inoltre, i sensori ridondanti possono aumentare la precisione e l’accuratezza dei dati raccolti, migliorando le prestazioni del sistema e
riducendo il rischio di errori o imprecisioni. Ecco perché nelle attrazioni possiamo vedere lungo il percorso svariate tipologie di sensori, spesso a gruppi di due o più elementi.

Le famiglie di questi dispositivi sono veramente molteplici, tra le più diffuse si trovano:

  • sensori induttivi: sono utilizzati per rilevare parti metalliche. Consistono in una bobina con un nucleo magnetico, un circuito oscillatore ed un interruttore.  L’oscillatore crea un campo magnetico nella bobina, se è presente un oggetto metallico (di materiale ferromagnetico) nel suo campo di azione l’ampiezza dell’oscillazione diminuisce a causa delle perdite in un oggetto metallico presente nel campo di azione. Tale variazione è rilevata per azionare l’interruttore. Tra le caratteristiche peculiari di questo sensore c’è un campo di funzionamento piuttosto limitato (pochi centimetri) e una frequenza di operazioni molto elevata dell’ordine di migliaia di volte al secondo rendendoli adatti a rilevare oggetti in rapido movimento.
  • sensori capacitivi: sfruttano la variazione di capacità di un condensatore al variare del mezzo tra le due armature. Sono capaci di rilevare oggetti che hanno una costante dielettrica εr maggiore di 1.2 (aria = 1). Se la costante dielettrica è molto alta possono rilevare oggetti all’interno di contenitori metallici. Per questo sono usati per la rilevazione del passaggio di un fluido in una condotta;
  • sensori fotoelettrici: usano un fascio luminoso per rilevare la presenza di oggetti che lo bloccano o lo riflettono. Sono costituiti da un emettitore di luce (led ad infrarosso o laser) e da un ricevitore. Normalmente viene usato un fascio di raggi infrarossi, in quanto questa radiazione difficilmente si confonde con i disturbi generati da fonti luminose ambientali. Il campo sensibile di questi sensori dipende sostanzialmente dalla natura della superficie dell’oggetto da rilevare, che va tipicamente dai 10 cm a qualche metro;
  • sensori ultrasonici: funzionano sul principio del sonar, ovvero emettono impulsi sonori ultrasonici e rilevano un’eventuale eco di ritorno generata dalla presenza di un oggetto all’interno della portata nominale. Questi sensori sono costosi ma presentano dei significativi vantaggi: possono avere portate nominali molto elevate (fino a 10 m); sono immuni ai disturbi elettromagnetici; possono rilevare oggetti di qualsiasi materiale; possono rilevare oggetti senza che questi siano stati preventivamente preparati;
  • sensori resistivi: questi dispositivi variano la propria resistenza elettrica in relazione alla grandezza fisica misurata.
  • sensori meccanici: tipicamente impiegati col ruolo di finecorsa, sono sensori in cui sia la grandezza di ingresso è frutto di uno spostamento fisico (lineare o angolare).

Esempi di impiego dei sensori

Nelle varie sezioni di un coaster si possono notare sparpagliati qua e là i proximity sensors: il loro ruolo è rilevare una determinata parte metallica del treno (infatti si tratta di un sensore induttivo), nel momento in cui esso si avvicina al gruppo di sensori viene inviato un segnale elettrico al PLC segnalandone la presenza. Questo fa sì che tutto il percorso sia costantemente monitorato in ogni sua singola porzione, evitando pericolose situazioni con più treni ravvicinati. I proximity sono sensori digitali, pertanto il loro segnale d’uscita è composto da bit (zero se non rileva nulla, uno se rileva il treno). Di seguito vi proponiamo alcune immagini dei sensori presenti su “Oblivion: The Black Hole“, il dive coaster di Gardaland.

 

Rimanendo sempre in ambito coaster, spesso vi sarà capitato di vedere in cima alle lift l’anemometro, il dispositivo che rileva la velocità e l’angolazione del vento. Anch’esso funziona attraverso l’uso di sensori che misurano la spinta del vento e la velocità di rotazione delle pale. In base alla velocità rilevata, l’anemometro elettronico genera un segnale analogico direttamente proporzionale ( il rapporto tra le due grandezze è costante) alla misurazione. All’aumentare del vento le pale ruotano più velocemente, aumentando quindi i valori in uscita dai sensori. Questi dati vengono poi elaborati dal PLC per ottenere una grandezza con un’unità di misura convenzionale.

Anemometer coaster

Un altro esempio sono le fotocellule, o sensori fotosensibili. Nell’attrazione “Magma 2.1” di Movieland Park ne troviamo davvero a decine.
L’intera ride è divisa in sezioni contenenti diversi effetti speciali che si attivano al passaggio del camion: quando questo attraversa i raggi infrarossi delle fotocellule, le scene di animano in totale autonomia con esplosioni di fuoco, terremoti e ponti che crollano in acqua!

Di tutt’altra tipologia invece gli attivatori delle scene de “I Corsari“, storica attrazione di Gardaland inaugurata nell’ormai lontano 1992. L’attrazione è una water dark ride dell’azienda Intamin che si sviluppa in un percorso acquatico posto a circa 14 metri sotto il livello del suolo: 22 le barche lungo il percorso, 40 gli ospiti trasportati da ciascuna.

La scelta dei progettisti per attivare le varie sezioni è stata quella dei cosidetti sensori a bacchetta, veri e propri interruttori meccanici che al passaggio della barca vengono in contatto con essa e ruotando inviano il segnale verso il PLC. Semplici ma efficaci!

 

Nella seconda parte di questa serie di articoli andremo a scoprire il mondo degli attuatori e dei controllori, completando le basi di un sistema d’automazione.

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